Sopravvivenza x provvidenza = Grazia

Alcuni chiarimenti … o meglio, breve nota su alcune misure economiche in tema di COVID … veramente a grandi linee.

La cassa integrazione è pari all’80% della retribuzione globale ma non c’è alcun motivo di esultare perché si applicano poi due “piccole” disposizioni:

  1. L’importo della CIG non può superare i “massimali” fissati ogni anno dall’INPS
  2. Il trattamento è soggetto alla riduzione del 5,84% previsto dalla L. 41/1986 e chiaramente alla ritenuta IRPEF del 23% che poi sarà oggetto di conguaglio – o meglio “con guaio” – in sede di dichiarazione dei redditi …. E anche qui “te saluto capacità contributiva (art.53 costituzione)”

Quindi i massimali previsti per il 2020 sono i seguenti:

  1. € 998 al mese se la retribuzione mensile è pari o inferiore ad € 2.159 (compresi i ratei delle mensilità aggiuntive)
  2. € 1.200 al mese se la retribuzione mensile è superiore ad € 2.159

Detto questo, considerando nelle migliori delle ipotesi di beneficiare del massimale, detratta la riduzione del 5,84% e la ritenuta Irpef del 23% si determina un importo “netto” incassato di

  1. € 710 al mese se la retribuzione mensile è pari o inferiore ad € 2.159
  2. € 854 al mese se la retribuzione mensile è superiore ad € 2.159

Per i carichi familiari: arrangiatevi!

No dico, anche in questa misura di stretta emergenza, funziona tutto su base individuale, mai considerando la composizione del nucleo familiare, proprio come nel sistema fiscale.  Eppure sarebbe estremamente semplice: il massimale aumentato secondo i familiari a carico già rappresenterebbe un concetto di equità, di giusta misura.

E’ comunque “cumulabile” con gli assegni familiari che notoriamente sono una miseria.  

A questo punto, all’importo di cassa integrazione incassato nel mese, pari ad € 710 o al meglio € 854, si applica la seguente normativa:

  • Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Mt. 6,25-34)

Ecco, riprendo da un recente discorso …. “Non vi ho garantito che riusciremo a fare miracoli economici. Ma vi chiedo di non dubitare che il Governo ce la sta mettendo tutta e sta premendo al massimo sull’accelleratore per sostenere con forza e rapidità operai, lavoratori autonomi e professionisti che ogni giorno rendono grande l’Italia… Siamo nel pieno di una corsa a ostacoli per il nostro Paese. E quando per lavoratori e famiglie l’ostacolo si fa troppo alto, c’è lo Stato che li aiuta a superarlo” …

Ora, solo tre piccole osservazioni in quanto crediamo in buona fede che il Governo si stia impegnando, ma non ce la sta mettendo proprio “tutta” perché per far questo occorre:

  • Pensare ai lavoratori autonomi che non hanno nemmeno questo salvagente della CIG (che peraltro è già sgonfio in partenza) e per i quali un bonus è solo un bonus ;
  • Tener conto della composizione del nucleo familiare nelle misure di sostegno, perché “forse” in una famiglia numerosa monoreddito con 854 euro di cassa integrazione, lo Stato non è che non ti aiuti a superare l’ostacolo troppo alto ma te lo lascia cadere proprio addosso.
  • Procedere alla redistribuzione della ricchezza. Si perché questo è compito della politica. Guardare al futuro non gravandolo di ulteriori debiti ma di nuova ricchezza. Lo Stato corrisponde ottime provvidenze ad un gran numero di privilegiati intoccabili che mese dopo mese continuano ad accumulare denari; a questi signori, la crisi pandemica e post pandemia fa veramente … un baffo

Giustamente un noto documento tratta: “….Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all’uso di tutti gli uomini e popoli, e pertanto i beni creati debbono, secondo un equo criterio, essere partecipati a tutti, essendo guida la giustizia e assecondando la carità…. L’uomo, usando di questi beni, deve considerare le cose esteriori che esso possiede, non solo come proprie, ma anche come cose comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui ma anche agli altri. Del resto a tutti gli uomini spetta il diritto di avere una parte di beni sufficienti a sé e alla propria famiglia, . Questo ritenevano giusto i padri e dottori della chiesa, quando hanno insegnato che gli uomini hanno l’obbligo di aiutare i poveri e non soltanto con il loro superfluo. Colui che si trova in estrema necessità, ha diritto di procurarsi il necessario dalle ricchezze altrui (G.S. n.69)

Come forma di redistribuzione della ricchezza conosco al momento quella su “base volontaria” che ha come unica radice esistenza e sviluppo la fede … che è Grazia!

PM

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