TE DEUM LAUDO

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore per l’anno trascorso. A te voglio cantare davanti agli angeli. Rendo grazie al tuo nome per la tua fedeltà e la tua misericordia. Se cammino nella sventura tu mi ridoni la vita (dal Salmo 138)

Te Deum laudamus per le due palestre che ci hai donato: La famiglia, che meglio di così non potevi proprio formare, tu l’hai voluta e nonostante i miei limiti la sostieni con forza con le tue benedizioni.  La comunità e la nostra parrocchia, fratelli e sorelle non scelti ma avuti in dono, in cammino, pellegrini verso il cielo. Non solo palestre dove ci alleniamo ogni giorno al dono, al perdono, alla fatica, alla comprensione, alla pazienza ma anche e soprattutto arène dove si mette in pratica la Parola ricevuta e quindi si combatte la buona battaglia. (C’è poi un’altra palestra che per me è … il Nordic Walking, comunque necessaria per cercare di tenere in efficienza questo “corpo avuto in affitto” di modo che possa “supportare” la missione da compiere … che poi per dirla tutta e scritta in piccolo … io avrei voluto essere bello, intelligente, forte e robusto … e invece no! … ma se “Tu” così mi hai voluto vuol dire che così ti servo, giusto?)

Ogni giorno c’è un combattimento da affrontare contro il nemico che ci vuole tristi e sfiduciati e per questo Te Deum laudo per l’opportunità di iniziare la giornata con la preghiera delle lodi le quali, nei tempi forti della quaresima e dell’avvento, sono in forma comunitaria e cantate … alle sei di mattina – chiaro, se riesce la sveglia e l’alzata alle 5 e trenta – cercando con le dita un improbabile accordo sulle corde della chitarra (del tipo … non sappia la mano destra quello che fa la sinistra…) insieme ad una voce a dir poco rauca e ancora dormiente.

Te Deum laudo per la Veglia Pasquale vissuta in cattedrale con il nostro Vescovo Ivan, accompagnando e partecipando al rinnovamento delle promesse battesimali ove si è resa visibile e si è rinnovata la vittoria di Cristo sulla morte.

Te Deum laudo per i giovani, per chi ha partecipare alla GMG di Lisbona e per chi non ha partecipato, per le vocazioni alla vita consacrata venute alla luce come risposta ad una Tua chiamata, per chi cerca il proprio senso della vita.   

Te Deum laudo per l’annuncio del Kerigma che pur nella trepidazione, abbiamo portato nel trascorso tempo autunnale.

Te Deum laudo per le attività svolte nelle associazioni familiari, per tutti gli sforzi messi in campo con lo scopo di far partire nuove politiche familiari e ricercare una dovuta equità fiscale (uhm …), per le nuove amicizie nate con chi lavora tutti i giorni – istituzioni comprese – in questo ambito, per aver compartecipato alla scrittura di un libro dal titolo “Generare futuro”, a seguito di un incontro promosso dall’Università degli Studi di Siena, nel quale tratto questi argomenti con gli occhi delle famiglie numerose. 

Te Deum laudo per il lavoro, che in Cristo ci hai reso redento, e che quindi su può affrontare con sorriso e serenità, superando l’antica maledizione del Genesi che diceva “Con dolore trarrai il cibo dal suolo per tutti i gironi della tua vita. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai” e per l’aiuto, tanto atteso – mesi e mesi – arrivato al momento opportuno, proprio quando non se ne poteva veramente più (poi mi chiedo quando il signor INPS vorrà decidersi ad assumermi come pensionato…ma sembra che al momento non se ne parli nemmeno)

Te Deum laudo per le tre precarietà che sempre mi accompagnano: economica, fisica e spirituale.

  • Economica, perché il potere d’acquisto è diminuito fortemente e in più gli squilibri tra ricchi e poveri sono sempre più accentuati – in parole chiare è sempre più difficile sbarcare il lunario;
  • Fisica, perché questo “corpo in affitto” raggiunta quota 62 comincia a manifestare acciacchi vari;
  • Spirituale, perché in questo ambito le inadempienze sono sempre tante (…già dalle piccole cose come, per esempio, pregare il rosario in auto invitando contemporaneamente “di andare a quel paese” un guidatore indisciplinato … talvolta con l’aggravante del dito medio …)

Ma credo, sinceramente, che vada tutto bene così perché diceva un famoso Santo di cui porto il nome:  

“Ti basta la mia grazia; la mia potenza, infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.”

Te Deum laudo

Auguri e benedizioni per il nuovo anno … il prossimo 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa inizierà il grande Giubileo! … Avanti, avanti, “pellegrini di speranza!”

Pa’

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